Sentenze non immediatamente impugnabili in cassazione, sentenze che decidono questioni insorte senza definire il giudizio, riferimento al giudizio d’appello

L’art. 360 c.p.c., comma 3, quando allude alle “sentenze che decidono questioni insorte senza definire, neppure parzialmente, il giudizio”, intende riferirsi con il termine “giudizio” al giudizio devoluto a giudice d’appello e non al giudizio nella sua complessiva situazione di pendenza. Ne consegue: a) che la norma si applica esclusivamente all’ipotesi in cui il giudice d’appello, ai sensi dell’art. 279 c.p.c., comma 2, n. 4, applicabile al giudizio di appello ai sensi dell’art. 359 c.p.c., pronunci una sentenza parziale su una delle questioni di cui allo stesso art. 279, nn. 1, 2 e 3 senza definire il giudizio d’appello ed impartisca provvedimenti per l’ulteriore prosecuzione del giudizio stesso; b) che la norma non intende riferirsi, invece, all’ipotesi in cui, a seguito di appello immediato ai sensi dell’art. 340 c.p.c. contro una sentenza resa dal giudice di primo grado ai sensi dell’art. 279 c.p.c., n. 4 il giudice di appello rigetti nel merito o in rito l’appello, così confermando la statuizione del primo giudice, con la conseguenza che in questo caso la sentenza è immediatamente ricorribile per cassazione.

 

Cassazione civile, sezioni unite, sentenza del 10.2.2017, n. 3556