Se l’interpretazione letterale è sufficiente, non si deve andare oltre: è pacifico principio giurisprudenziale

Secondo pacifici principi giurisprudenziali, nell’ipotesi in cui l’interpretazione letterale di una norma di legge sia sufficiente ad individuarne, in modo chiaro ed univoco, il relativo significato e la connessa portata precettiva, l’interprete non deve ricorrere al criterio ermeneutico sussidiario costituito dalla ricerca, mercé l’esame complessivo del testo, della mens legis, specie se, attraverso siffatto procedimento, possa pervenirsi al risultato di modificare la volontà della norma sì come inequivocabilmente espressa dal legislatore.

Tribunale Roma, sezione lavoro, sentenza del 14.11.2023

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