Risarcimento in via equitativa ex at. 96 comma 3 c.p.c.: sì ai danni punitivi e senza prova.

Nel silenzio della legge sul punto concernente l’individuazione dei parametri cui agganciare la determinazione equitativa, possono considerarsi ammissibili una molteplicità di criteri alcuni dei quali ispirati alla logica dei danni punitivi di matrice anglosassone che ben si prestano ad assicurare, pur nell’alveo della responsabilità civile, la (indiretta) funzione di deterrenza sanzionatoria del proliferare dei processi, sganciati come sono dalla dimostrazione anche presuntiva di un pregiudizio da compensare (il riferimento è al rimedio del disgorgement che consente all’interessato di colpire l’autore della condotta contra ius attraverso la retroversione degli utili conseguili) [Tribunale di Milano, sezione quinta, sentenza del 21.11.2013 con nota di PISTONE].

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