Motivazione della sentenza fatta con copia-incolla della conclusionale: sentenza valida, ma sul piano disciplinare residua la responsabilità del magistrato per lesione dell’immagine?
Anche una decisione validamente motivata per relationem può risultare censurabile sul piano disciplinare; e ciò in quanto, mentre sul piano del diritto processuale è sufficiente che la decisione risulti giustificata in modo che ne risulti comprensibile la ratio, su quello del diritto disciplinare è necessario che la motivazione non sia redatta con modalità tali da ledere l’immagine del magistrato.
La circostanza, dunque, che una motivazione vi sia e sia sufficiente sul piano (endo)processuale non esclude affatto la possibilità che essa non assolva la sua diversa funzione extraprocessuale se, per essere pedissequamente ricopiata da un atto di parte, non permetta di fare affidamento sul fatto che la decisione costituisce il risultato di una fase di autonoma elaborazione da parte del giudice nella sua imprescindibile posizione di terzietà.
Va senz’altro condivisa l’opinione che l’immagine del magistrato, nell’aspetto afferente alla sua terzietà, non è tendenzialmente suscettibile di essere lesa se il provvedimento giudiziario mutui parti meramente descrittive di un atto difensivo [Cassazione civile, sezioni unite, sentenza del 15.5.2014, n. 10629].