Il CTP scrive che la valutazione del CTU è “del tutto personale” e “in mala fede”: espressione diffamatoria

Con riferimento all’espressione di contenuto diffamatorio inserita nelle osservazioni del CTP alla bozza di consulenza tecnica d’ufficio redatta dal consulente tecnico d’ufficio “è una valutazione del tutto personale e ritengo anche in mala fede da parte del CTU”, si osserva che la scelta di utilizzare il termine “in mala fede” rivolta ad un consulente tecnico d’ufficio, in ragione della funzione che svolge, risulta senz’altro lesivo della sua reputazione professionale, atteso che con tale espressione viene messa in dubbio la serietà con cui il professionista ha svolto la consulenza affidatagli, con il rischio di incrinare il rapporto di fiducia sul quale si basa la nomina del CTU in un processo. La scelta di utilizzare il termine “mala fede” e valutazioni di natura “personale”, in quanto volte a coinvolgere profili non attinenti all’ambito prettamente professionale, ma anche individuale, lasciando pertanto sottintese implicazioni quali un interesse proprio e diverso del professionista che ha svolto la valutazione, si reputano lesive della reputazione del consulente dell’ufficio (nella specie viene accertata la natura diffamatoria delle espressioni in questione, accogliendo la domanda di condanna al risarcimento dei danni non patrimoniali).

Tribunale di Milano, sentenza del 30.10.2020