Domande giudiziali, interpretazione: sono utilizzabili le norme sull’interpretazione del contratto? Appello, specificità dei motivi: serve una critica puntuale e la soluzione alternativa

Ai fini dell’interpretazione delle domande giudiziali non sono utilizzabili le norme sull’interpretazione del contratto (artt. 1362 e 1324 c.c.), in quanto, rispetto alle attività giudiziali, non si pone una questione di individuazione della comune intenzione delle parti e la stessa soggettiva intenzione della parte rileva solo nei limiti in cui sia stata esplicitata in modo tale da consentire alla controparte di cogliere l’effettivo contenuto dell’atto e di poter svolgere un’adeguata difesa.

Non è idoneo ad integrare il requisito della specificità dei motivi d’appello richiesta dall’art. 342 c.p.c. l’appello con cui si proceda ad una mera censura dell’ingiustizia della decisione impugnata, senza una critica puntuale del ragionamento logico giuridico del primo giudice e senza l’indicazione di una soluzione alternativa a quella data da quest’ultimo, in particolare non indicando quali disposizioni di legge sarebbero state violate e quali punti della statuizione contestata dovrebbero essere riformati.

 

Cassazione civile, sezione seconda, sentenza del 14.11.2016, n. 23133