Caso De Luca: può essere accolta una domanda cautelare ex art. 700 c.p.c. proposta all’interno di un procedimento sommario di cognizione?
Attivato dal ricorrente il procedimento sommario di cognizione di cui agli artt. 702-bis e ss. c.p.c. (come nel caso in cui l’eletto presidente di un consiglio regionale agisca per l’illegittimità e l’inapplicabilità del DPCM di sospensione dalla sua carica), può essere accolta la sua domanda cautelare (come quella con cui si chieda la sospensione di detto DPCM) ex art. 700 c.p.c. (anche inaudita altera parte ex art. 669 comma 2, c.p.c., con decreto per la fissazione dell’udienza di comparizione per la conferma, la modifica o la revoca del decreto stesso), qualora il giudice consideri correttamente fondato il fumus boni iuris (come nel caso in cui la questione di legittimità costituzionale del DPCM in questione sollevata nel ricorso ex art. 702-bis c.p.c. sia stata in più occasioni ritenuta non manifestatamente infondata), nonché l’idoneità, in termini di periculum in mora, del pregiudizio non riparabile con l’eventuale decisione favorevole nelle more dell’accertamento definitivo di merito (come nel caso in cui, con la mancata rimozione degli effetti del provvedimento impugnato, l’istante non potrebbe recuperare, in alcun modo, il periodo di sospensione subito) [Tribunale di Napoli, decreto del 2.7.2015].