Il giudice può avvalersi di una presunzione fondata su fatti allegati e provati, quando la parte non l’abbia espressamente richiesto?

Il ricorso alle presunzioni è rimesso alla discrezionalità del giudice e costituisce unicamente un procedimento logico cui la legge consente di collegare determinati effetti sul piano probatorio a certi fatti acquisiti alla causa; pertanto, esso deve reputarsi ammesso alla sola condizione che tali ultimi fatti siano appunto stati allegati e possano ritenersi provati, sicché il giudice può avvalersene, da un lato, senza apposita sollecitazione di parte in tal senso e, dall’altro, senza previamente instaurare il contraddittorio anche su tale specifico aspetto processuale la controparte alla prova contraria. Pertanto, rientra nel potere discrezionale del giudice del merito avvalersi di una presunzione, fondata su fatti comunque allegati e provati, quand’anche la parte non l’abbia espressamente richiesto e quindi pure ove essa non abbia qualificato i fatti stessi come base di una presunzione o controparte non abbia ritenuto di contestarli o di offrire una prova contraria, se del caso anch’essa per presunzioni, neppure essendo tenuto il giudice ad invitare quest’ultima ad argomentare sul punto o ad offrirla [Cassazione civile, sezione terza, sentenza del 12.2.2015, n. 2766].

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