Diritto al risarcimento del danno da occupazione appropriativa e prescrizione: revirement sul dies a quo dopo le sollecitazioni della CEDU

La Prima Sezione Civile della Corte, rimeditando il proprio precedente indirizzo, anche a seguito della giurisprudenza della CEDU, ha ritenuto che, ai fini del decorso della prescrizione del diritto al risarcimento del danno da occupazione appropriativa, non è sufficiente la mera consapevolezza di avere subito un’occupazione e/o una manipolazione dell’immobile senza titolo, bensì occorre che il danneggiato si trovi nella possibilità di apprezzare la gravità delle conseguenze lesive per il suo diritto dominicale anche con riferimento alla loro rilevanza giuridica e, quindi, in particolare, al verificarsi dell’effetto estintivo-acquisitivo definitivo perseguito dall’amministrazione espropriante. L’onere di provare la ricorrenza del presupposto richiesto dall’art. 2947 c.c., coincidente con il momento in cui il trasferimento della proprietà con la sua rilevanza giuridica viene percepito o può essere percepito dal proprietario quale danno ingiusto ed irreversibile, grava sull’amministrazione, dovendosi ritenere, in mancanza, che tale momento concida con quello della citazione introduttiva del giudizio, analogamente a quanto ritenuto dalla Corte europea [Cassazione civile, sezione prima, sentenza del 17.4.2014, n. 8965].

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