Rito del lavoro, appello, mancata notifica del ricorso e del decreto di fissazione dell’udienza, conseguenze

Non solo non è consentito, nel silenzio normativo, allungare – con condotte omissive prive di valida giustificazione – i tempi del processo sì da disattendere il principio della sua “ragionevole durata“, ma l’improcedibilità dell’impugnazione, nelle controversie di lavoro, conseguente alla mancata notificazione del ricorso e del decreto di fissazione dell’udienza, senza possibilità per il giudice di assegnare un termine perentorio per provvedervi, trova giustificazione anche nell’esigenza di tutelare la legittima aspettativa della controparte al consolidamento, entro un termine predefinito e ragionevolmente breve, di un provvedimento giudiziario già emesso; ciò a differenza di quanto avviene nel processo del lavoro di primo grado, dove la notifica del ricorso assolve unicamente la funzione di consentire l’instaurazione del contraddittorio.

 

Cassazione civile, sezione sesta, ordinanza del 14.1.2020, n. 453