Disciplina sull’equo compenso vuol dire che, se previsto, deve essere equo: nulla vieta al legale di prestare la propria consulenza senza chiedere un corrispettivo.
Non può ritenersi che
la disciplina dell’equo compenso presenti carattere ostativo rispetto alla previsione di prestare la propria consulenza a titolo gratuito, contenuta in un bando.
Essa deve, infatti, intendersi nel senso che, laddove il compenso in denaro sia stabilito, esso non possa che essere equo.
Nulla impedisce, tuttavia, al professionista, senza incorrere in alcuna violazione, neppure del Codice deontologico, di prestare la propria consulenza, senza pretendere ed ottenere alcun corrispettivo in denaro.
Lo stesso può – invece – in questo caso trarre vantaggi di natura diversa, in termini di arricchimento professionale legato alla partecipazione ad eventuali tavoli, allo studio di particolari problematiche ed altro, nonché quale possibilità di far valere tutto ciò all’interno del proprio curriculum vitae.
Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio, sezione seconda, sentenza n. 11411 pubblicata il 30.9.2019