Interesse ed intervento adesivo dipendente. Il giudice può motivare tramite argomenti di dottrina?

La legittimazione ad un intervento adesivo dipendente presuppone un interesse giuridicamente rilevante e qualificato, determinato dalla sussistenza di un rapporto giuridico sostanziale tra adiuvante ed adiuvato e dalla necessità di impedire che nella propria sfera giuridica possano ripercuotersi conseguenze derivanti da effetti riflessi o indiretti del giudicato: non può, pertanto, riconoscersi la legittimazione al Ministero delle politiche agricole ad intervenire, ai sensi dell’art. 105, secondo comma, cod. proc. civ., in un giudizio tra privati avente ad oggetto la nullità del marchio, non essendo sufficiente l’interesse generale a proteggere i consumatori dall’uso ingannevole di una indicazione geografica, il quale, in una controversia tra privati, resta un interesse di mero fatto .
Nella motivazione di una sentenza ben possono i giudici utilizzare gli argomenti, ritenuti corretti ed adeguati, contenuti in articoli di dottrina pubblicati su riviste giuridiche ed esaminati nello studiare la controversia [Cassazione civile, sezione prima, sentenza del 19.9.2013, n. 21472].

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