Corte EDU e giurisprudenza come linea guida

La preminenza che la Corte Europea dei diritti dell’uomo abbia accordato ad una delle opzioni assiologiche che vengono in considerazione – in presenza di una fattispecie suscettibile di riproporsi come precedente in una molteplicità di casi simili – non può non espandere i suoi effetti all’interpretazione delle disposizioni di legge coinvolte.

Anche per la Corte Edu va progressivamente affermandosi (pur non essendone essa vincolata) la tecnica dell’argomentazione tipica di una decisione che non intende porsi come monade, ma piuttosto quale anello di una “catena di precedenti”, al fine di propiziare la certezza del diritto e la prevedibilità delle decisioni e delle interpretazioni, cui uniformare i comportamenti. Essa sempre più si preoccupa (non diversamente, per vero, dalla Corte di giustizia) di aumentare l’efficacia delle proprie decisioni circondandole di un’aura di motivazione strutturata e ripetitiva di precedenti conformi, a valere per un numero non prevedibile ex ante di futuri casi simili (il “diritto vivente” Cedu).

Ciò non può non avere conseguenze, quanto all’efficacia delle sue decisioni: che, sebbene formalmente limitate al caso deciso, sono suscettibili di fornire delle linee-guida per quelli avvenire, quando la violazione riscontrata sia stata commessa o in forza di una disposizione interna generale ed astratta o a fronte di una situazione fattuale ripetibile.

Pertanto, può ritenersi che il giudizio di violazione di un diritto fondamentale, sancito da una pronuncia della Corte Edu, sia insuscettibile di sviluppi solo ove esso appartenga all’esclusiva e specifica singolarità del caso concreto, come tale destinato a restare confinato, appunto, nell’ambito di quel giudizio.

Dove, al contrario, la fattispecie concreta sia idonea a fungere da modello generale di comportamento in una serie indeterminata di casi analoghi, là si ravvisa un giudizio che va oltre la peculiarità irripetibile del caso e che si propone come guida sia per la prevedibilità delle future decisioni, sia per le condotte degli Stati.

E tanto più la sentenza Cedu è suscettibile di porsi come guida per casi analoghi, quanto più essa abbia reso evidenti i valori sottesi al paradigma legislativo delle disposizioni convenzionali.

 

Cassazione civile, sezioni unite, sentenza del  30.06.2016, n. 13435