Notifica in forma pec da parte dell’Avvocatura di Stato di atto sottoscritto in formato CAdES equivale ad atto sottoscritto in formato PAdES

Non si può certo dire che la ricezione da parte dell’Avvocatura dello Stato della notifica in forma PEC di un atto sottoscritto in formato CAdES non sia sostanzialmente equivalente a un atto sottoscritto in formato PAdES, né che l’apertura del primo necessiti di specifici programmi non facilmente accessibili in forma gratuita e, anzi, già disponibili, in quanto il formato CAdES è peraltro quello d’elezione del processo civile telematico. In tale contesto la previsione di una regolarizzazione tramite una nuova notifica sarebbe del tutto ultronea e contraria al principio del raggiungimento dello scopo di cui all’art. 156, comma 3, c.p.c., senz’altro applicabile anche al processo amministrativo, in quanto l’atto è stato portato, nella sua piena leggibilità, a conoscenza dell’intimato; così come sarebbe in difformità al principio, condiviso dalla giurisprudenza sia civile che amministrativa (Cass., Sez. Un., sent. n. 7665 del 18 aprile 2016; Cons. Stato, sent. n. 1541 del 4 aprile 2017), secondo cui il rilievo di vizi fondati sulla pretesa violazione di norme di rito non è volto a tutelare l’interesse all’astratta regolarità del processo ma a garantire l’eliminazione del pregiudizio subito dal diritto di difesa della parte in conseguenza della rilevata violazione, in tutti i casi in cui tale pregiudizio non esiste, debba ritenersi conseguentemente esclusa la possibilità di sollevare eccezioni d’ufficio o comunque, pure su istanza di parte, dare rilievo a qualsivoglia eccezione (afferente o meno alle regole PAT) laddove l’atto, come nella specie, abbia raggiunto comunque il suo scopo.

 

T.A.R. Lazio –  Roma – sezione I bis, sentenza del 25.05.2018, n. 5912