Inammissibile il ricorso cautelare di 143 pagine e con numerose richieste istruttorie: incompatibilità con la cognizione sommaria del procedimento per la complessità della controversia

In tema di procedimento cautelare, è inammissibile il ricorso qualora l’accertamento del fumus boni iuris sia incompatibile con la cognizione sommaria del procedimento cautelare per la complessità della controversia (che nella specie richiede, in particolare, approfondimenti istruttori, articolati e impegnativi approfondimenti peritali, esame di copiosa documentazione, implicante ponderate valutazioni su rapporti contrattuali, protrattisi per anni con soggetti terzi e sulla validità ed operatività delle clausole pattuite: a conferma della complessità della controversia, basti rilevare che la ricorrente ha depositato un ricorso composto da ben 143 pagine ed ha formulato numerose richieste istruttorie, nonché chiesto l’esperimento di una CTU implicante una complessa e difficoltosa indagine, chiedendo peraltro la concessione di termini dopo l’espletamento di CTU per svolgere ulteriori osservazioni). Le problematiche, in fatto e in diritto, da esaminare, unitamente alla complessità degli accertamenti istruttori e peritali da effettuare (come nella specie palesato dalla corposità delle allegazioni e delle argomentazioni della ricorrente medesima e dalle richieste da essa formulate) sono quindi incompatibili con la natura sommaria del giudizio cautelare.

 

Tribunale di Milano, Sezione Specializzata Impresa, A, ordinanza del 2.8.2017