Giudizio possessorio e giudizio petitorio: può sussistere il nesso di pregiudizialità-dipendenza ai sensi dell’art. 295 c.p.c.?

Il nesso di pregiudizialità-dipendenza ai sensi dell’art. 295 c.p.c., il quale, per sua stessa natura, postula un rapporto stretto tra le due cause, non intercede tra giudizio possessorio e giudizio petitorio, atteso che la protezione del possesso avviene attraverso un’azione di condanna a cognizione piena, dotata di una fase preliminare a cognizione sommaria, che mette capo ad un provvedimento suscettibile di giudicato sostanziale (e dunque non assimilabile a quello cautelare) indipendentemente dall’esistenza o non del diritto cui il possesso corrisponde. La proposizione della causa petitoria non vanifica l’utilità della domanda possessoria e, essendo diverse e autonomamente perseguibili le oggettività giuridiche, tra il giudizio sull’una e quello sull’altra non può intercorrere detto nesso di pregiudizialità-dipendenza. Il fatto che, formatosi il giudicato sul diritto, non vi sia più spazio per la protezione del possesso non contraddice minimamente l’assenza di pregiudizialità-dipendenza tra i due accertamenti giudiziali [Cassazione civile, sezione sesta, ordinanza del 16.7.2015, n. 14979].