Durata irragionevole del processo: no al diritto all’equa riparazione in caso di lite temeraria e consapevolezza dell’infondatezza della propria pretesa

Pur rilevando che il diritto all’equa riparazione per la durata irragionevole del processo spetta a tutte le parti a prescindere dal fatto che esse siano vittoriose o soccombenti, va confermato che vanno escluse le liti temerarie e quelle in cui si sia artatamente resistito. In particolare, se una domanda viene proposta prospettando l’illegittimità costituzionale della disciplina applicabile, prospettazione disattesa dal giudice delle leggi, la valutazione del giudice di merito, secondo cui la protrazione del giudizio presupposto successivamente alla detta pronunzia non ha determinato un patema d’animo suscettibile di indennizzo, appare plausibile e ragionevole e non contrastante con gli orientamenti espressi dalla giurisprudenza di questa Corte in ordine alla consapevolezza, da parte di chi agisce in equa riparazione, della infondatezza della propria pretesa nel giudizio presupposto [Cassazione civile, sezione sesta, sentenza del 8.6.2015, n. 11828].

Scarica qui >>