Danno tanatologico: negato a luglio, ammesso ad agosto?
Il danno tanatologico è risarcibile in termini di danno morale terminale o da lucida agonia o catastrofale o catastrofico, quale danno dalla vittima subito per la sofferenza provata nel consapevolmente avvertire l’ineluttabile approssimarsi della propria fine, per la cui configurabilità assume rilievo il criterio dell’intensità della sofferenza provata [Cassazione civile, sezione terza, sentenza del 20.08.2015, n. 16993].
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N.d.R.: la presente pronuncia sembra contraddire il dictum di Cassazione Civile, sezioni unite, sentenza del 22.7.2015, n. 15350, secondo cui nel caso di morte immediata o che segua entro brevissimo lasso di tempo alle lesioni, si ritiene che non possa essere invocato un diritto al risarcimento del danno iure hereditatis.